In origami, la forma base della gru, o tsuru, viene usata come partenza per la realizzazione di molte figure. Appese sul soffitto come distrazione per i bambini, le gru
rappresentano vere e proprie offerte ai templi ed altari. Realizzata per augurare ogni bene agli ammalati ed a chi deve affrontare una dura prova, la gru la si può piegare per se stessi, per
gli altri o per offrirla agli dei, nella speranza di veder esaudite le proprie preghiere. In questo caso, occorre piegarne mille e legarle insieme, per poi portarle al tempio della divinità
cui si è chiesto aiuto. Narra un’antica leggenda giapponese che la gru possa vivere 1000 anni: regalare una gru significa quindi augurare 1000 anni di vita. Un’offerta di mille gru rafforza
ulteriormente il concetto. Piegare le mille gru è segno di un sincero interesse per il destinatario, perchè occorre bravura, tempo e dedizione per piegarle tutte. Regalare mille gru ancora
oggi significa: “ho pensato a te per tutto questo tempo, sei importante”.
Nel 1600 venne ideata in Giappone una tecnica di piegatura che permetteva di ottenere da un unico foglio un numero elevato di gru, tutte unite tra di loro per il becco, le ali o la coda.
Alla tradizione della piegatura delle mille gru è legato un commuovente episodio risalente alla seconda guerra mondiale.
Sadako Sasaki (佐々木禎子, Sasaki Sadako) era una bambina che nel 1945 aveva due anni, abitava con la sua famiglia a circa un chilometro dal punto su
cui venne sganciata la bomba, e rimase miracolosamente illesa. Crebbe e divenne una ragazzina intelligente e vivace. Ma la bomba-A non aveva smesso di uccidere: nel febbraio del 1955, all’età
di dodici anni, Sadako si ammalò di leucemia a causa degli effetti delle radiazioni di cui la zona rimase (ed è tutt’oggi) contaminata per effetto dello scoppio nucleare.
Sadako era piena di voglia di vivere, e nelle lunghe giornate in ospedale si dedicava a costruire, con le scatole delle medicine e con qualunque altro frammento di carta avesse a portata di
mano, piccoli origami raffiguranti ben auguranti gru. Ne aveva composte più di milletrecento quando dopo otto mesi di malattia, la mattina del 25 ottobre 1955, i suoi sorrisi e la sua voglia
di vivere smisero di animare la piccola stanza d’ospedale ed entrarono nella memoria straziata di tutti gli abitanti della città, a partire dai suoi compagni di scuola.
Da quel giorno migliaia e migliaia di gru di carta, di tutte le dimensioni e di tutti i colori, prendono continuamente forma dalle mani dei bambini e di tutti gli abitanti di Hiroshima, e
vanno a costituire ghirlande, disegni, composizioni di ogni tipo che vengono utilizzate al posto dei fiori per onorare tutti i luoghi della memoria: una miriade di piccole gru che vengono
spedite alla città di Hiroshima anche da tutto il mondo, e che nelle semplici ed accurate pieghe delle loro ali tengono ancora oggi in vita l’incredibile vivacità di Sadako e i suoi sogni
colorati.
In ricordo di tale atto di speranza nel Parco della Pace della città si trova un monumento, dedicato a tutti i bambini vittime della bomba atomica, raffigurante Sadako a cavalcioni di una
bomba nel gesto di innalzare al cielo una gru di carta. Ai suoi piedi, migliaia di ghirlande di gru donate dai visitatori incorniciano la targa recante l’iscrizione
ecco la nostra speranza e preghiera:
che la pace regni nel mondo.
Per questo motivo, l’origami della gru, è stato elevato a simbolo di pace e fratellanza per tutti i popoli nel mondo.